Parental Control - TV

Parental Control

Parental Control

Cos’è il Parental Control

Con il termine di Parental Control identifichiamo quegli strumenti utilizzabili dai genitori per rendere più sicuro l’utilizzo delle tecnologie a disposizione dei figli.

Per tutelare i minori dai rischi insiti nelle applicazioni che utilizziamo tutti i giorni oppure nella semplice navigazione web sono state introdotte delle funzionalità di Parental Control, a volte indicate anche col nome di filtro famiglia.

Oggi i ragazzi utilizzano pc o smartphone molto precocemente, questo non è per forza di cose un fattore negativo ma dobbiamo imparare a monitorare che utilizzino questi strumenti in maniera sicura.

La tecnologia attuale permette di monitorare le attività dei nostri figli, ci fornisce strumenti per assicurarci che non entrino in siti pericolosi e non utilizzi applicazioni non adatte alla sua età.

Dove possiamo utilizzare questi strumenti

Parlando di Controllo genitori ci sono diversi aspetti da tenere presenti, il primo è lo strumento su cui impostare il controllo parentale, avremo possibilità di intervento diverse a seconda dello strumento utilizzato:

-TV e contenuti streaming

-Computer e piattaforme gioco

-Smartphone/Tablet

TV e contenuti streaming

Per quanto riguarda le reti televisive classiche è possibile impostare il controllo dalle impostazioni della vostra TV il filtro si baserà sulla classificazione del programma impostato dall’emittente.

Nelle Smart TV sono disponibili anche contenuti in streaming attraverso piattaforme quali Netflix, Amazon Prime Video etc.

In Italia la classificazione per i film è definita dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MBACT) mentre per i prodotti TV è definita dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM).

Tutte le principali piattaforme streaming consentono di creare profili diversificati per gli utenti ed un profilo appositamente dedicato ai bambini più piccoli.

Netflix

Su Netflix abbiamo a disposizione una sezione apposita con contenuti classificati per bambini.

-Le classificazioni per età sono determinate da Netflix o da un ente locale.

-Netflix determina le classificazioni per età in base alla frequenza e all'impatto di contenuti per adulti all'interno di un titolo, ad esempio il numero eventuale di scene contenenti violenza, sesso, linguaggio per un pubblico adulto, nudità e consumo di droghe.

-Netflix inoltre fornisce informazioni dettagliate sulle eventuali scene con contenuti per adulti all'interno di una serie TV o un film, se pertinente.

-Le classificazioni relative alle serie TV riflettono il livello complessivo dell'intera serie.

-Le classificazioni per età per serie TV e film possono variare a seconda dell'area geografica.

Classificazione contenuti

In Italia, Netflix suddivide i contenuti in quattro tipologie:
Bambini
T - Adatto a un pubblico di tutte le età

Adolescenti
VM14 - Non adatto a un pubblico di età inferiore ai 14 anni

Adulti
VM18 - Non adatto a un pubblico di età inferiore ai 18 anni

Come impostare il Parental Control

Per impostare una classificazione per età a un profilo, accedi alla sezione Profili e filtro famiglia, scegli un profilo quindi seleziona Limitazioni di visualizzazione.
I profili con una classificazione per età impostata consentiranno di guardare solo titoli corrispondenti alla classificazione per età selezionata.

Puoi inoltre bloccare determinati film o serie TV per i singoli profili.

La classificazione per età compare brevemente nell'angolo superiore dello schermo (la posizione può variare a seconda del dispositivo utilizzato) appena si inizia a riprodurre un titolo, inoltre è inclusa nella pagina dei dettagli della serie TV o del film dove oltre alla classificazione per età, troverai anche informazioni dettagliate sul contenuto del titolo che ne ha determinato la classificazione (ad esempio, sesso, linguaggio, droga, nudità).

Amazon Prime Video

Anche su Amazon Prime Video è possibile creare profili diversi a seconda del tipo di utenze ed è presente un profilo apposito per bambini, viene richiesto un PIN per la gestione.

Classificazione contenuti

Su questa piattaforma la classificazione dei contenuti proposta è più capillare ed è la seguente:

Bambini/Tutti - che comprende solo contenuti adatti a bimbi al di sotto dei 7 anni

Ragazzi / 7+ - Consente la visione dei contenuti escludendo quelli classificati 13+, VM14, 16+ e VM18

Adolescenti /13+ - Esclude dalla visione libera i contenuti VM14 16+ e VM18

Giovani adulti / 16+ - Consente la visione dei contenuti classificati VM14 anni ma non dei VM18

Adulti / 18+ - Permette la visione di tutti i contenuti

Come impostare il Parental Control

Per impostare una classificazione per età a un profilo, accedi alla sezione Account e impostazioni, quindi troverai una sezione dedicata al Parental Control.

Poiché i seguenti dispositivi dispongono di impostazioni di Parental Control proprie per limitare l'accesso ai contenuti e agli acquisti, dovrai gestirle direttamente sul dispositivo:

-Dispositivi Amazon Fire TV (Fire TV e Fire TV Stick)

-Tablet Fire con Fire OS 5.0 o precedenti

Sky

Anche su Amazon Prime Video è possibile creare profili diversi a seconda del tipo di utenze ed è presente un profilo apposito per bambini, viene richiesto un PIN per la gestione, una volta definito il pin di controllo, il sistema ti chiederà di selezionare il tipo di restrizione.

Classificazione contenuti

La protezione della visione dei contenuti è classificata per fasce di età:

PT -  Per tutti

BA - Bambini accompagnati

12 e 14 - I contenuti per adulti e quelli vietati ai minori di 18 anni sono sempre protetti con PIN.

Sky Q

Una importante innovazione legata alla nuova piattaforma Sky è la sezione Bambini, questo ambiente sarà ancora più sicuro grazie alla Modalità bambini, attivabile con il pin TV di Sky. Questa funzionalità, può essere impostata singolarmente su tutti i box Sky Q e rimane attiva anche spegnendo e riaccendendo il box.

Disney Plus

Anche su questa piattaforma possiamo creare profili differenti con impostazioni diverse ed esiste un apposito profilo di contenuti per i più piccoli.

Classificazione contenuti

La classificazione dei contenuti è più capillare rispetto alle altre piattaforme e si divide in 7 categorie:

0+ - Per tutti

6+ - Tutti i contenuti esclusi quelli delle classificazioni 9+; 12+; 14+; 16+; 18+.

9+ - Tutti i contenuti esclusi quelli delle classificazioni 12+; 14+; 16+; 18+.

12+ - Tutti i contenuti esclusi quelli delle classificazioni 14+; 16+; 18+.

14+ - Tutti i contenuti esclusi quelli delle classificazioni 16+; 18+.

16+ - Tutti i contenuti esclusi quelli delle classificazioni 18+

18+ - Tutti i contenuti

Disney Plus star

Nella versione classica di Disney plus erano presenti pochi contenuti classificati come 18+ ma da poco è stato lanciato il canale Star che invece contiene contenuti di questo tipo, per cui è bene impostare le regole di Parental Control se non lo avere ancora fatto!

Come impostare il Parental Control

Accedendo alla sezione Modifica Profili  è possibile stabilire la Classificazione dei contenuto per il profilo ed impostare il pin.

Conclusioni

L'argomento Parental Control è veramente molto vasto, presto pubblicheremo altri articoli per vedere come impostare degli strumenti di controllo per quanto riguarda PC, Telefoni,  Console di gioco e Videogame.

A proposito di video game, le etichette utilizzate per identificare la fascia di età e la tipologia di contenuti sono spesso utilizzate anche per i contenuti video, ed è importante conoscerle!

Leggi l'articolo sulla classificazione PEGI (Pan European Game Information).

TikTok e Blackout Challege- Ridiamo valore alla vita

Tiktok e Blackout Challege - Ridiamo valore alla vita

TikTok è un social network molto popolare tra i giovani, grazie ai suoi video virali con un forte contenuto di intrattenimento che a volte viene privato di valori al mero scopo di ottenere notorietà.

Nascono così challenge che istigano a comportamenti oltre il limite, con epiloghi dai risvolti drammatici che mettono in luce un disagio psicologico e sociale profondo e celato.

È il caso della bambina di 10 anni, morta per aver partecipato alla famosa Blackout challenge

È il caso di quei tanti ragazzini che vedono video con contenuti espliciti che istigano al suicidio solo per sfidare se stessi o per emulare l'influencer di turno.

In questo articolo, vogliamo dare una nuova lettura a questo fenomeno per poter ridare valore alla vita e spiegare che mettere fine alla proprio vita è un atto estremo, che comunica una forte sofferenza interiore.

Vogliamo accendere i riflettori sul tema del suicidio, sul suo significato psicologico sociale e legale, in quanto crediamo che il ruolo dell’adulto non può e non deve essere quello di spettatore passivo, ma deve farsi parte attiva nell’educazione delle nuove generazioni.

Blackout Challege: che cos’è in realtà?

La Blackout Challege è una sfida in voga su TikTok che consiste nel stringersi una corda intorno al collo e resistere il più possibile.

Skuola.net ha pubblicato i risultati di un sondaggio, i cui dati risultano preoccupanti.

Secondo tale sondaggio, 1 ragazzo su 6 conosce questa sfida e 1 su 5 ha provato a sfidare se stesso almeno una volta.

Il dato più allarmante arriva, dal nostro punto di vista, dai risultati sulle motivazioni che spingono questi i giovani a partecipare a questa sfida:

-Il 56% per fare un video virale online
-Il 10% partecipa per trovare un tipo di divertimento divertirsi alternativo
-L’8% per provare la sensazione di incoscienza
-Il 5% per stare male e saltare qualche giorno di scuola

-Il 21% non sa dare una giustificazione

Il punto di vista psicologico

Il fenomeno delle challenge sui social network è diventato così popolare tra i giovani perché risponde a una serie di bisogni emotivi tipici dell’adolescenza, tra cui:

-Senso di appartenenza al gruppo
-Costruzione della propria identità
-Bisogno di affetto
-Bisogno di espressione e comunicazione dei propri sentimenti
-Il caso della Blackout challenge e il suo triste epilogo, manda un messaggio allarmante.

L’esposizione continua a contenuti violenti auto diretti, porta ad assumere un atteggiamento distanziante dal punto di vista emotivo e più si abbassa l’età del pubblico maggiore è il rischio di sviluppare traumi psicologici.

Nel caso di minori di età inferiore ai 13 anni, questa esposizione provoca ancora più danni a livello psicologico perché il loro cervello non è ancora in grado di distinguere da ciò che reale e ciò che è fantasia.

Il distacco emotivo che si prova nel guardare questa tipologia di video, è una difesa naturale della mente umana per proteggersi dalla sofferenza emotiva che sto provando nell’assistere ad una scesa così violenta, come ad esempio un tentato suicidio.

In altre parole, la persona che vedo sullo schermo del mio telefono, non è più una persona reale, con sentimenti ed emozioni ma diventa uno strumento per divertirsi e intrattenersi.

In un mondo così iperconnesso, l’immagine e la popolarità sono diventati un metro di misura per definire le qualità e le capacità in quanto persone.

Fare un video popolare risponde al bisogno di approvazione di riconoscimento del valore in quanto persona. 

L’autostima e il senso di autoefficacia non si definiscono in base  ad esperienze reali  ma solo sul giudizio dell’altro espresso in Like, Commenti e Visualizzazioni, provocando un forte senso di disagio che può trasformarsi in vero e proprio disturbo psicologico.

Scene che rappresentano un tentativo di suicidio, posso nascondere una sofferenza emotiva molto profonda, che viene definita Depressione Maggiore.

La Depressione è una vera e propria malattia che si manifesta anche nei bambini e negli adolescenti.

I principali sintomi della Depressione sono:

-Apatia,
-Scarso interesse per le attività quotidiane
-Difficoltà di concentrazione
-Disturbi del sonno
-Stanchezza fisica e mentale
-Idee e pensieri di morte ricorrenti

Il punto di vista comunicativo - sociale

Studiando bene la piattaforma Tiktok, è comprensibile come questa sfida si sia diffusa a macchia d’olio.

Nel social dove si fanno cose spesso uguali, con lo stesso format, lo stesso stile e la stessa musichetta ridondante, chi si differenzia viene premiato e molto probabilmente la blackout challenge, vista la sua pericolosità, è stata percepita come qualcosa di esclusivo che solo pochi hanno il coraggio di fare.

Come ha dichiarato il padre della bambina di Palermo, “Antonella voleva essere la regina di Tiktok”, ricercando l’agognata unicità in un gesto estremo come quello che prevede la blackout challenge: ricreare il soffocamento per provare una sensazione di status pre-morte.

Dal punto di vista comunicativo questo gesto è forte e sembrerebbe spinto da una ricerca di attenzioni e di spettacolarizzazione che è amplificata sicuramente dal social, il quale per un video che lascia il segno potrebbe far arrivare anche a milioni di views e like, vista la facilità con cui la piattaforma spinge i contenuti che generano più interazioni.

Non è da tralasciare però la facilità con cui il social network incriminato permette alle persone di parlare di tematiche come la morte, il suicidio e altri pericoli.

Nonostante le numerose tecniche di censura messe in atto da Tiktok gli users e creators, specialmente adolescenti, riescono ad aggirarle con parole criptate e neologismi pur di scherzare su pericoli del genere.

Che la morte e la sfiorata morte di alcuni ragazzi sia stata influenzata anche da questo?

La certezza non è possibile averla ma la tendenza a smitizzare un argomento come la morte non solo a parole ma agendo, come prevede la stessa piattaforma che basa tutto il suo engagement sui gesti imitativi, è molto presente.

Il punto di vista legale

Se Tikok non conosce l’età non può rispettare il GDPR e, se si tratta di minori di 13 o 14 anni, il contratto e il consenso sono nulli.

Il Garante per la protezione dei dati personali, nel suo intervento nei confronti di TikTok, ha ritenuto non rilevante il fatto che la normativa sia stata aggirata dallo stesso utente il quale, per poter aderire al contratto, ha dichiarato un’età diversa da quella reale.

È giusto ricordare che il GDPR impone al titolare del trattamento di adoperare tutte quelle misure idonee per garantire la liceità dei trattamenti di dati personali e di riuscire a provarlo.

I principali social prevedono che l’iscrizione possa avvenire dall’età di 13 anni ma la normativa italiana stabilisce quale limite per l’iscrizione autonoma i 14 anni, al di sotto di quell’età è necessario il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale.

Riassumendo, il limite per l’iscrizione è 14 anni, fra i 13 e 14 anni è possibile iscriversi a un social network solo con la “supervisione” dei genitori mentre sotto quell’età ogni iscrizione è vietata.

L’educazione alla legalità passa dal rispetto delle regole sia da parte di chi gestisce queste piattaforme ma anche da parte di chi le utilizza o che ne permette l’utilizzo.

L’attività svolta dal Garante è doverosa e apprezzabile ma vi sono due aspetti su cui è importante soffermarsi. Il primo è che lo stesso gestore della piattaforma ad ammettere che TikTok non sia adatto ai bambini. Il secondo è che la competenza del Garante riguarda esclusivamente i trattamenti dei dati personali sottesi all’utilizzo della piattaforma e non l’utilizzo in quanto tale.

L’attenzione va quindi rivolta ai contenuti e all’incapacità di percepire il pericolo rappresentato da minacce situate oltre lo schermo.

La maggior parte delle persone non è ancora pronta a vivere nell’ambiente digitale perché in esso vengono a mancare quelle esperienze sensibili date dall’olfatto, dal tatto, dall’udito e dal gusto e parzialmente anche della vista.

Se una bambina fosse stata notata girovagare da sola in un quartiere malfamato, circondata da personaggi pericolosi, ben pochi si sarebbero girati dall’altra parte facendo finta di nulla. Questo nel mondo digitale non avviene perché lì non riusciamo ad utilizzare il nostro vissuto reale che ci consentirebbe di assumere un comportamento corretto.

Il codice penale tutela il valore etico-sociale della sicurezza della persona fisica contro determinate situazione di pericolo ma questi precetti non vengono riconosciuti come tali nel mondo digitale.

Il dibattito oggi si è focalizzato su quale possa essere la tecnica migliore per impedire l’accesso dei minori alle piattaforme social, si parla di Spid, di carte di credito, di intelligenza artificiale e altre ancora.

Ogni metodo che possa impedire un accesso indiscriminato ai social è sicuramente ben accetto ma si continua a dimenticare di porre l’attenzione sui contenuti.

Le piattaforme devono intervenire su quegli elementi come persistenza e trendiness, così da rendere difficilmente accessibili i video di quelli che molti considerano delle bravate e che, spesso, sono facilmente identificabili dalla presenza di uno specifico hashtag. La condivisione di certi contenuti o sostenerli con i like, dovrebbe portare alla sospensione dell’account, fino ad arrivare per più violazioni alla chiusura di quel profilo. Con dei controlli accurati sarebbe possibile impedire o comunque ridurre al minimo l’apertura di nuovi profili da parte dello stesso soggetto.

TikTok e il ruolo educativo degli adulti

Alla luce di quanto è stato detto in precedenza, è chiaro che come adulti siamo chiamati a rispondere ad un compito educativo molto importante al fine di trasmettere alle nuove generazioni valori, competenze psicologiche e sociali.

Non possiamo prendere le distanze perché ai nostri tempi non esistevano questi mezzi, per proteggerli da pericoli per la loro incolumità fisica e psicologica.

Già ma come fare?

La prima cosa da fare è imparare ad utilizzare i social network e porre fin subito delle regole chiare nel loro utilizzo, in base all’età di  nostro figlio, ad esempio

-Orario
-Modalità di utilizzo

Instauriamo un dialogo aperto, basato sul confronto. Ascoltiamo cosa hanno da dirci, sospendendo il giudizio.

Aiutiamoli a capire che certi tipi di contenuti possono nascondere un profondo disagio emotivo, per poterli aiutare a sviluppare la capacità di empatia e di ascolto delle proprie e altrui emozioni.

Proponiamo delle alternative al mondo virtuale sia in famiglia che con gli amici. Spesso i giovani sono privi di interesse, sembrano apatici ma perché in realtà non sono a conoscenza delle opportunità interessanti che ci possono essere al di là dei social network.

Consigli tecnico informatici per proteggere i ragazzi

Ogni social prevede la possibilità di apportare delle limitazioni a ciò che le altre persone possono vedere. La scelta se utilizzare oppure no una certa piattaforma e soprattutto se farla utilizzare ai nostri figli, deve tenere conto di quanto quel social consenta di tutelare le nostre informazioni personali.

Dalla pagina di TikTok si ricavano alcune informazioni importanti:

“In TikTok anche in un account privato, alcune informazioni del profilo – come foto profilo, nome utente e biografia – saranno visibili a tutti gli utenti.

Di default gli account TikTok sono aperti come pubblici, il che significa che tutti gli iscritti a TiKTok possono vedere i video e postare commenti, reazioni, o duettare per interagire con il contenuto che si è creato e condiviso - ma si può facilmente cambiare nelle Impostazioni della Privacy.

Se si passa a un account privato si possono approvare o respingere le richieste dei follower e solo gli utenti che sono stati approvati come tali potranno vedere i contenuti.

Sia con un profilo pubblico che con uno privato si può decidere di rendere privato un singolo video pubblicato. I video privati sono visibili solo a chi lo ha creato e si può scegliere quest’impostazione nel momento in cui si carica il video o in un momento successivo rendendo privato un video già pubblicato.”

Alcune limitazioni su video e commenti sono già da tempo presenti in TikTok, anche se scarsamente utilizzate. Tra queste vi è la possibilità di limitare la visualizzazione di contenuto non gradito. L’operazione è piuttosto semplice, basta tenere premuto a lungo sul video indesiderato, cliccare su "Non mi interessa" e, in futuro, la comparsa di video con quei contenuti sarà limitata.

Anche a livello di account è possibile attivare la “modalità limitata”, attraverso il menù “Controllo applicazione” che è direttamente presente nell’app di TikTok, questo limiterà la comparsa di contenuti che potrebbero non essere appropriati per tutti gli spettatori.

In TikTok solo gli amici possono inviarti un messaggio in privato, questo significa che è necessario seguirsi a vicenda per poter comunicare con messaggi diretti. Ma è anche possibile disabilitare completamente la funzione di ricezione dei messaggi dalle proprie Impostazione della privacy. Per evitare che un determinato utente invii messaggi privati, tuo figlio può semplicemente smettere di seguirlo o rimuoverlo dall’elenco dei propri follower.

Lo strumento di “Gestione del tempo” offre un modo per limitare il tempo che l'adolescente trascorre sull'app ogni giorno. Si può attivare sempre dal menu “Controllo applicazione”; al raggiungimento del tempo limite stabilito sarà richiesto di inserire un codice per poter continuare. È giusto ricordare che a livello di dispositivo, il tempo dello schermo può anche essere gestito direttamente tramite le funzioni di parental control nelle impostazioni di Android e iOS.

Nel 2020, sull’onda delle polemiche che da anni accompagnano questo social, TikTok ha deciso di rilasciare nuove funzionalità di controllo parentale come il Filtro Famiglia e Gestione del Tempo nel Feed, attraverso i quali è possibile impostare un tempo massimo giornaliero per l’utilizzo dell’app, decidere chi può e chi non può inviare messaggi diretti ai figli e anche bloccare la visione di alcuni contenuti. Per poter utilizzare questi filtri, il genitore deve collegare il proprio account a quello dei figli e quindi deve crearsi un account TikTok.

Come la maggior parte dei social è anche possibile segnalare le violazioni alle linee guida della community direttamente tramite l’app. L’impegno da parte di tutti dovrà essere quello di utilizzare quel nostro vissuto reale anche nel mondo digitale e di segnalare a TikTok tutto ciò che può essere considerato inappropriato.