INCEL: L’ODIO DIGITALE CONTRO LE DONNE. COME NASCE E SI DIFFONDE ONLINE
Negli ultimi tempi, il fenomeno Incel sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito su violenza di genere e radicalizzazione online. Ma chi sono gli Incel e come si sviluppano queste comunità tossiche sul web?
Cosa significa “Incel” e perché se ne parla sempre di più
Il termine Incel, abbreviazione di “involuntary celibate” (celibe involontario), indica individui – per lo più uomini – che vivono con frustrazione la mancanza di relazioni affettive e sessuali. Questa frustrazione, in molti casi, si trasforma in odio verso le donne, viste come la causa del proprio disagio. La cronaca recente, con i casi tragici di Sara Campanella e Ilaria Sula, ha riportato sotto i riflettori i commenti inquietanti che popolano i social media: “se l’è cercata”, “forse lo ha provocato”, “non era certo una santa”. Frasi che non sono semplici opinioni, ma il sintomo di un’ideologia estremista che cresce e si nutre online.
Il ruolo dei social nella diffusione dell’ideologia Incel
Secondo Arije Antinori, criminologo e docente all’Università La Sapienza di Roma, le piattaforme digitali sono strumenti fondamentali per la crescita delle comunità Incel. Forum, chat, canali social e meme diventano luoghi dove questi utenti si riconoscono e si radicalizzano. Questi spazi online non si limitano a raccogliere frustrazione personale: trasformano il disagio individuale in un’ideologia condivisa e aggressiva. Le donne vengono percepite come “il nemico”, mentre il rifiuto amoroso diventa giustificazione per atti violenti o di vendetta.
Dalle community locali a una rete globale
Il gergo Incel: parole, meme e simboli
Ecco alcuni termini chiave:
- Redpill: rivelazione della “vera realtà”, in cui gli uomini scoprono che le donne sono manipolatrici e ipergamiche.
- Blackpill: convinzione che il proprio destino sia irrimediabilmente segnato.
- Chad: archetipo del maschio dominante, bello e vincente.
- Stacy: la donna superficiale attratta solo dai Chad.
- Looksmaxxing: strategie per migliorare il proprio aspetto fisico.
- ERcel: utenti che idolatrano Elliot Rodger, autore di una strage mossa da motivazioni Incel.
Come l’odio si traveste da ironia: meme e radicalizzazione online
Il processo inizia spesso con la condivisione del disagio personale in spazi online chiusi, dove il malessere viene legittimato e trasformato in ideologia. Le narrazioni alternative vengono escluse, e chi le propone viene messo a tacere.
Col tempo, si arriva alla celebrazione di figure criminali che hanno compiuto atti violenti come risposta al rifiuto. Un caso recente è quello di Filippo Turetta: sebbene non legato direttamente agli Incel, alcune community lo esaltano come simbolo, con slogan inquietanti come “Free Turetta”.
Attraverso contenuti virali e ambienti chiusi, la frustrazione si trasforma in odio. E questo odio, spesso, passa sotto silenzio.
Quando l’odio diventa azione: conseguenze reali e risposte possibili
Per contrastare questo fenomeno serve un’azione su più fronti. A scuola è fondamentale educare all’uso consapevole della rete, mentre in famiglia il dialogo aiuta a riconoscere segnali di disagio. Al tempo stesso, serve un supporto psicologico e sociale che offra ai ragazzi alternative sane. Come evidenzia il professor Antinori, ci troviamo davanti a una nuova forma di estremismo: una “mediamorfosi” che nasce online e si nutre di linguaggi e dinamiche proprie del digitale.
Le comunità Incel rappresentano una minaccia concreta, non solo per la sicurezza delle donne ma per l’intera società. Occorre conoscere, riconoscere e contrastare queste forme di odio travestite da frustrazione personale.
Continuare a parlarne, educare i più giovani e vigilare sulle piattaforme digitali è il primo passo per prevenire la violenza e costruire un web più sicuro.