PUBBLICARE FOTO DI MINORI SUI SOCIAL: COSA DICE LA LEGGE E QUALI SONO I RISCHI
Condividere foto di bambini sui social network è una pratica sempre più diffusa, ma pochi genitori si soffermano a riflettere sulle implicazioni legali e sui rischi connessi. Non si tratta di un gesto innocuo: la pubblicazione di immagini di minori deve essere valutata con attenzione, perché può incidere sulla loro privacy e sicurezza.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito che la diffusione di immagini di bambini sotto i 14 anni rientra tra gli atti di straordinaria amministrazione. Questo significa che non basta la volontà di un solo genitore: è necessario il consenso di entrambi. Anche in caso di affidamento condiviso, nessun genitore può decidere autonomamente di pubblicare immagini dei figli minori. Il mancato rispetto di questa regola può comportare conseguenze legali, come l’obbligo di rimuovere le immagini o, nei casi più gravi, sanzioni.
La giurisprudenza in materia
Negli ultimi anni, diversi tribunali italiani si sono espressi sul tema della pubblicazione di immagini di minori senza il consenso di entrambi i genitori. Una delle sentenze più rilevanti è quella del Tribunale di Mantova del 19 settembre 2017, che ha stabilito che la pubblicazione non autorizzata di foto di figli minorenni su social network può costituire un pericolo per il minore. Nel caso specifico, il padre aveva chiesto al giudice di intervenire poiché la madre, nonostante la sua opposizione, continuava a diffondere immagini dei bambini sui social. Il giudice ha ritenuto che tale comportamento potesse essere pregiudizievole per i minori, ordinando la rimozione immediata delle immagini e vietando ulteriori pubblicazioni senza il consenso di entrambi i genitori.
Un altro caso significativo è quello del Tribunale di Roma, che con sentenza del 23 dicembre 2018 ha rafforzato il principio della protezione della privacy del minore. In questa vicenda, un ragazzo di 16 anni ha chiesto la rimozione delle immagini pubblicate dalla madre sui social network, ritenendo che la diffusione della sua vita privata lo esponesse a disagio e pregiudicasse i suoi rapporti sociali. Il giudice ha accolto la richiesta, imponendo alla madre non solo di eliminare le immagini, ma anche di interrompere ogni ulteriore condivisione senza il consenso del figlio.
Queste sentenze dimostrano che la giurisprudenza italiana pone sempre più attenzione alla tutela della privacy dei minori. I giudici, in assenza di una normativa specifica, fanno riferimento ai principi generali di tutela dell’immagine e della riservatezza sanciti dal Codice Civile e dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo. Il diritto all’immagine di un minore non può essere sacrificato per la volontà di un genitore di condividere momenti di vita sui social. La protezione del minore rimane sempre la priorità.
Lo sharenting: un fenomeno da monitorare
Lo sharenting è la pratica, ormai comune, di condividere sui social immagini, video e informazioni sui propri figli. Sebbene possa sembrare un modo innocente per conservare ricordi o condividere momenti felici con amici e parenti, questa tendenza nasconde numerosi rischi legati alla privacy e alla sicurezza dei minori.
Uno dei problemi principali è la perdita di controllo sulle immagini pubblicate. Anche se condivise con una cerchia ristretta, le foto possono essere salvate, inoltrate o persino modificate senza il consenso del genitore. Ciò significa che un’immagine innocente può finire nelle mani sbagliate o essere utilizzata per scopi illeciti. Inoltre, la continua esposizione sui social può creare un’identità digitale del bambino senza il suo consenso, con possibili ripercussioni future sulla sua vita privata e professionale.
Oltre ai rischi legati alla sicurezza, lo sharenting può avere conseguenze emotive e sociali. I bambini, crescendo, potrebbero provare disagio nel vedere immagini della loro infanzia diffuse senza il loro permesso. Alcuni potrebbero subire episodi di cyberbullismo o essere giudicati per contenuti condivisi dai genitori anni prima. Per questo motivo, è fondamentale che gli adulti riflettano attentamente prima di pubblicare foto dei propri figli e adottino tutte le precauzioni possibili per proteggere la loro privacy.
GDPR e protezione delle immagini dei minori
Con l’entrata in vigore del Regolamento UE 2016/679 (GDPR), la tutela della privacy dei minori ha assunto un ruolo centrale nella gestione dei dati personali. Il GDPR riconosce che i bambini possono non essere pienamente consapevoli delle conseguenze della condivisione di immagini e pertanto necessitano di misure di protezione adeguate.
In particolare, l’articolo 8 del GDPR stabilisce che il trattamento dei dati personali di un minore sotto i 16 anni deve essere autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale. In Italia, questa soglia è stata abbassata a 14 anni con il D. Lgs. 101/18, permettendo ai ragazzi più grandi di esprimere autonomamente il proprio consenso alla pubblicazione delle immagini.
Inoltre, la Legge sul diritto d’autore (L. 633/41) conferma che nessuna immagine di un minore può essere pubblicata o diffusa senza l’autorizzazione di chi ne detiene la responsabilità genitoriale. Queste misure servono a proteggere i bambini da un’esposizione incontrollata online e a garantire che la loro identità digitale sia gestita nel rispetto della loro sicurezza e dignità.
L’obiettivo di queste norme è chiaro: evitare che i minori diventino oggetto di sfruttamento, esposizione involontaria o situazioni di disagio dovute a una condivisione non autorizzata delle loro immagini sui social network.
Rischi della pubblicazione di foto di minori online
La pubblicazione di immagini di minori sui social network comporta numerosi pericoli che vanno oltre la semplice perdita di controllo sui contenuti. Uno dei rischi principali è legato alla sicurezza: una volta online, le foto possono essere scaricate, modificate o diffuse senza il consenso dei genitori. Questo espone i minori a fenomeni come il cyberbullismo, il furto d’identità o, nei casi più gravi, il grooming, ovvero tentativi di adescamento online.
Un altro aspetto preoccupante riguarda l’uso improprio delle immagini. Le foto possono essere inserite in contesti inadeguati o addirittura utilizzate per scopi illeciti, come la creazione di contenuti falsi o il commercio di immagini. Inoltre, la costruzione di un’identità digitale non scelta dal minore può influenzarne la vita futura, con conseguenze che potrebbero emergere anche anni dopo la pubblicazione.
Per minimizzare questi rischi, è essenziale adottare precauzioni adeguate, come limitare la visibilità dei post, evitare di mostrare dettagli identificativi e coinvolgere il minore (se in età consapevole) nelle decisioni riguardanti la sua immagine online. La prudenza nella condivisione di contenuti sui social è un atto di responsabilità nei confronti della sicurezza e della privacy dei più piccoli.
Consigli per proteggere la privacy dei minori online
Proteggere la privacy dei minori sui social network richiede attenzione e responsabilità. Per ridurre i rischi, è importante adottare alcune buone pratiche:
- Limitare la visibilità dei contenuti: Utilizzare impostazioni di privacy avanzate per garantire che solo una cerchia ristretta di persone possa vedere le foto.
- Evitare dettagli identificativi: Non pubblicare informazioni personali come nome completo, indirizzo o dettagli sulla scuola frequentata.
- Richiedere il consenso dell’altro genitore: In caso di separazione, assicurarsi di avere l’approvazione di entrambi i genitori prima di condividere immagini.
- Coinvolgere i minori nelle decisioni: Se il bambino ha più di 14 anni, è bene discutere con lui dell’eventuale pubblicazione delle sue foto.
- Utilizzare strumenti di protezione: Offuscare volti o utilizzare filtri per limitare l’identificabilità del minore nelle immagini.
- Monitorare la propria presenza online: Controllare regolarmente chi ha accesso ai contenuti pubblicati e, se necessario, rimuovere immagini condivise in passato.
Seguire queste precauzioni aiuta a preservare la privacy dei minori e a proteggerli da rischi indesiderati, garantendo un utilizzo più sicuro dei social network.