MINORI E SOCIAL MEDIA: LE NUOVE LEGGI AUSTRALIANE E IL LORO IMPATTO NELLA DISCUSSIONE ITALIANA

Negli ultimi anni, il dibattito sulla sicurezza online per i minori è diventato sempre più rilevante, specialmente con l’emergere di nuove normative a livello globale. Un esempio significativo è la recente legge australiana sulla sicurezza online, che stabilisce un’età minima di 16 anni per accedere ai social media. Questa iniziativa mira a proteggere i giovani, considerati più vulnerabili ai danni associati all’uso delle piattaforme digitali.

La ratio della legge australiana

Il video, intitolato “A Natale puoi”, mostra diverse coppie di celebrità e politici che si abbracciano in maglioni natalizi. Tra i protagonisti ci sono anche Matteo Salvini e Ghali, Fedez e Selvaggia Lucarelli, oltre a figure storiche come Marco Travaglio e Silvio Berlusconi. Eman Rus, noto per la sua identità segreta, ha dichiarato che l’idea è nata mentre sperimentava nuove tecnologie di intelligenza artificiale per ironizzare su personaggi pubblici.La ratio della nuova legge australiana sulla sicurezza online, che stabilisce un’età minima di 16 anni per accedere ai social media, è considerata compatibile con le principali normative internazionali in materia. Questa iniziativa mira a “migliorare la sicurezza e il benessere online dei giovani”, che sono generalmente più vulnerabili ai danni associati alle piattaforme digitali. L’obiettivo principale è salvaguardare “l’interesse superiore del minore”, come sancito dall’articolo 3 della Convenzione sui diritti del fanciullo.

In particolare, il Commonwealth ha approvato una nuova disciplina che modifica le disposizioni esistenti in materia di sicurezza online, introducendo un’età minima di 16 anni per l’utilizzo delle piattaforme sociali. Questa misura si configura come un fattore preventivo di tutela rafforzata, volto a proteggere i giovani da potenziali pregiudizi nella loro sfera personale. I gestori delle piattaforme sono ora obbligati ad adottare misure ragionevoli per verificare il rispetto di queste restrizioni, dimostrando così un impegno attivo nella protezione dei minori.
La legge riconosce la necessità di un intervento normativo più incisivo rispetto al passato, quando l’età minima per accedere ai social media era convenzionalmente fissata a 13 anni. Questa soglia, stabilita in epoche precedenti all’avvento delle piattaforme sociali moderne, si è rivelata inadeguata per i “nativi digitali”, i quali affrontano rischi significativi durante la fase adolescenziale.

La legge australiana rappresenta quindi un passo avanti nella creazione di un ambiente online più sicuro per i giovani, ponendo l’accento sulla responsabilità delle piattaforme nel garantire la sicurezza degli utenti più vulnerabili.

Obblighi per le piattaforme social

In Australia, i fornitori di servizi di social media devono ora affrontare nuovi obblighi normativi volti a proteggere i minori. Queste piattaforme sono responsabili della prevenzione della creazione di account da parte di utenti al di sotto della soglia di età stabilita, con sanzioni che possono arrivare fino a 50 milioni di dollari australiani in caso di violazioni. Questo nuovo regime rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilità nella tutela dei più giovani nel contesto digitale.
La legislazione attuale non specifica in dettaglio le misure da adottare, lasciando ai gestori delle piattaforme la libertà di implementare sistemi di identificazione adeguati per verificare l’età degli utenti. Tuttavia, è fondamentale che tali meccanismi rispettino standard tecnici appropriati e garantiscano l’accesso solo a chi ha l’età legale per utilizzare i social media, in particolare vietando l’accesso a chi ha meno di 16 anni. Questo approccio flessibile è stato concepito per adattarsi alle rapide evoluzioni tecnologiche, evitando definizioni rigide che potrebbero risultare obsolete.

Negli Stati Uniti il problema è affrontato col “Protecting Kids on Social Media Act” che propone di fissare il limite minimo di età per l’uso delle piattaforme social a 13 anni, richiedendo il consenso dei genitori per gli utenti tra i 13 e i 17 anni. Questa legge intende anche vietare l’uso di algoritmi per raccomandare contenuti ai minori e stabilire un sistema governativo di verifica dell’età, sottolineando l’importanza della sicurezza online per i bambini e i giovani adolescenti. La crescente attenzione verso la protezione dei minori sui social media evidenzia la necessità di regolamentazioni più stringenti e misure preventive efficaci.

 

Proposte normative in Italia

In Italia, si stanno sviluppando proposte legislative simili per affrontare il tema della protezione dei minori online. Tra queste ricordiamo:
🔹 Disegno di legge n. 1771
Norme contro lo sfruttamento commerciale dei “baby influencer” e la diffusione non autorizzata di immagini di minori. Un passo avanti per limitare fenomeni come lo sharenting e proteggere la loro privacy.
🔹 Disegno di legge n. 1863
Obbligo per le piattaforme digitali di verificare l’età degli utenti e nuove regole sui contratti con minori sotto i 15 anni. Obiettivo? Stop al trattamento commerciale dei dati personali dei più giovani.
🔹 Disegno di legge n. 1800
Rafforzamento del diritto all’oblio digitale: i minori di 14 anni potranno richiedere la rimozione di contenuti online che li riguardano. Inoltre, proventi derivanti da immagini di minori saranno vincolati fino alla maggiore età.
🔹 Disegno di legge n. 1217
Divieto di accesso per i minori di 13 anni ai servizi online più rischiosi e introduzione di controlli parentali obbligatori sui dispositivi.

Attualmente, i disegni di legge relativi alla tutela dei minori online sono in fase di esame presso la IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. L’esame congiunto di queste proposte è iniziato il 26 giugno 2024.
Per informazioni più dettagliate e aggiornate sull’iter di ciascun disegno di legge, è possibile consultare il sito ufficiale della Camera dei Deputati.

La crescente attenzione verso la sicurezza online dei minori è fondamentale in un’epoca in cui i giovani sono sempre più esposti ai rischi delle piattaforme digitali. Le leggi australiane rappresentano un modello da seguire per altri paesi, inclusa l’Italia, dove è necessario implementare misure efficaci per garantire un ambiente online sicuro per le nuove generazioni.