COME RICONOSCERE LE IMMAGINI GENERATE DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E COMBATTERE LA DISINFORMAZIONE

 

L’intelligenza artificiale generativa sta alimentando la diffusione di fake news e disinformazione, come dimostrano alcuni recenti esempi di immagini false che hanno fatto il giro del web. Tra queste, la foto di Donald Trump abbracciato a un gruppo di donne nere ha suscitato particolare scalpore.

Secondo il gruppo Black Voters Matter, queste immagini veicolano una “narrativa strategica” per incoraggiare gli afroamericani a votare per Trump, anche se non ci sono prove che siano state utilizzate come parte della campagna elettorale. Il co-fondatore Cliff Albright ha dichiarato: “Ci sono stati tentativi documentati di indirizzare nuovamente la disinformazione verso le comunità nere, in particolare gli elettori neri più giovani”.

L’intelligenza artificiale generativa offre infatti i mezzi per una disinformazione preventiva, creando prove di fatti mai accaduti. Questi contenuti falsi, pur essendo estremamente realistici, non ritraggono eventi reali, ma sono stati generati artificialmente. Siamo di fronte a una nuova frontiera del “reale sintetico”, che rende sempre più difficile distinguere il vero dal falso.

Come funziona la creazione di immagini con l’IA

Per creare un’immagine con l’intelligenza artificiale generativa, basta scegliere un software e fornire una descrizione testuale, chiamata prompt. I generatori di immagini basati su IA sono in grado di produrre contenuti realistici partendo da una stringa di parole.

Alcuni esempi di software utilizzati per generare immagini tramite IA sono:

     – Bing Image Creator: basta inserire la descrizione nella barra del testo e premere “Genera”

     – Midjourney: richiede la creazione di un account Discord, dove inviare i prompt testuali al bot collegato all’IA.

    – Bored.Ai: anch’esso basato su Discord, funziona in modo simile a Midjourney. Questi generatori sfruttano l’addestramento su migliaia di fotografie e disegni pubblicati sul web per produrre immagini realistiche a partire dai prompt testuali forniti dagli utenti.

Fotor, Microsoft Designer, Adobe Firefly e Canva sono altri esempi di piattaforme che offrono funzionalità di generazione di immagini basate su IA. Inserendo una descrizione testuale, è possibile ottenere in pochi secondi immagini personalizzate ad alta risoluzione con dettagli straordinari.

 

Come riconoscere un’immagine generata dall’IA

Nonostante i progressi dell’intelligenza artificiale nella generazione di immagini realistiche, ci sono alcuni dettagli che possono tradire l’intervento artificiale. Prestando attenzione a questi indizi, è possibile riconoscere quando un’immagine è stata creata con l’ausilio dell’IA.
Uno dei segnali più evidenti è la presenza di contorni sfumati, prospettive sbagliate, sproporzioni o luci fuori posto. L’IA può inciampare in questi dettagli, soprattutto quando si tratta di elementi complessi come accessori come occhiali, gioielli o cappelli. In diversi casi, gli orecchini non corrispondono o appaiono solo su un orecchio, oppure le aste degli occhiali non combaciano. Inoltre, l’IA fatica ancora a riprodurre fedelmente scritte o loghi.

Anche gli sfondi spesso tradiscono la natura artificiale di un’immagine. I generatori di IA tendono a generare macchie di colore sfumate o paesaggi poco definiti. Un altro indizio è la presenza di espressioni facciali esagerate che creano maschere plastiche.
Fino a poco tempo fa, le mani erano un ottimo indicatore di immagini generate dall’IA, spesso sproporzionate o con un numero errato di dita. Tuttavia, con gli aggiornamenti dei software, questa caratteristica è stata migliorata, rendendo più difficile individuare l’origine artificiale di un’immagine.

Prestare attenzione a dettagli strani o incongruenze può rivelare la natura sintetica di un’immagine. Inoltre, se l’immagine presenta superfici riflettenti, finestre o oggetti che interagiscono con la luce, potrebbero esserci discrepanze nelle ombre o nell’illuminazione.Le immagini generate dall’IA possono anche apparire lisce e prive della rugosità tipica delle immagini reali. Eventuali distorsioni nell’immagine, come oggetti curvi o spigoli irregolari, possono essere un ulteriore segnale di contraffazione.
In sintesi, osservare attentamente un’immagine, prestando particolare attenzione a dettagli come accessori, sfondi, espressioni facciali e proporzioni, può aiutare a individuare se è stata generata artificialmente. Tuttavia, con il progresso tecnologico, diventa sempre più difficile distinguere il falso dal reale.

Software per rilevare le immagini create con l’IA

Sul mercato esistono diversi software gratuiti per riconoscere se un’immagine è stata generata con l’intelligenza artificiale, come Ai or not, Illuminarty, Hugging Face, Foto Forensics e Forensically Beta. Anche la ricerca inversa di immagini di Google può essere utile per individuare immagini molto diffuse. Questi strumenti sfruttano l’IA in modo opposto, cercando di distinguere ciò che è autentico da ciò che è prodotto artificialmente.In conclusione, l’IA generativa rappresenta una nuova frontiera per la creazione di immagini realistiche, ma anche una minaccia per la diffusione di fake news e disinformazione.

È essenziale imparare a riconoscere i segni distintivi delle immagini generate artificialmente e utilizzare gli strumenti disponibili per smascherare le false rappresentazioni della realtà. L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando il modo in cui vengono create e diffuse le immagini, contribuendo alla diffusione di fake news e disinformazione. Prestare attenzione a dettagli come contorni sfumati, prospettive errate, sproporzioni, luci fuori posto, accessori mal riprodotti come occhiali o gioielli, sfondi poco definiti e espressioni facciali esagerate può aiutare a individuare immagini generate artificialmente. Questa consapevolezza è cruciale per contrastare la manipolazione delle informazioni e preservare l’integrità delle rappresentazioni visive.