ANCORA ALLARME ADESCAMENTO ONLINE: OLTRE 50 RAGAZZINE COINVOLTE, LA POLIZIA INDAGA

Il 24enne coinvolto in un caso di adescamento online, già ai domiciliari per costringere due minorenni a filmarsi in atteggiamenti sessuali, è stato identificato come cittadino italiano di 48 anni localizzato in Islanda. Le indagini, avviate e coordinate dal Centro Nazionale per il contrasto alla pedopornografia online del Servizio Polizia Postale, hanno rivelato un allarme sociale per la serialità, reiterazione e gravità delle sue condotte. Questo ha permesso alla Polizia Postale di ottenere un mandato di arresto europeo, emesso dalla Procura di Bologna, per detenzione di materiale pornografico con lo sfruttamento di minori. L’aguzzino è stato successivamente rintracciato e arrestato in Islanda dalle autorità locali, grazie a mirate attività di ricerca. Le indagini hanno svelato un’ingente quantità di foto e video con minori in atteggiamenti sessuali espliciti, coinvolgendo oltre 50 vittime, su cui ora sono in corso ulteriori accertamenti.

Il modus operandi dell’indagato

L’indagato si celava dietro diversi pseudonimi come Mirko Agridi e Rebecca Monti, utilizzando una decina di profili Instagram falsi per adescare le sue vittime. 

 Il suo modus operandi prevedeva di contattare ragazzine minorenni sui social network e piattaforme di messaggistica, carpirne la fiducia dopodiché con minacce e ricatti, le convinceva a farsi inviare immagini e video sessualmente espliciti autoprodotti dalle vittime. 

Per costringere le vittime, le minacciava di inviare ai loro familiari e conoscenti, tutti raggiungibili tramite i social, i primi scatti osé che le ragazzine avevano prodotto convinte di aver intrapreso una relazione con un loro coetano.

Questa condotta seriale e reiterata, perpetrata per oltre 3 anni, ha coinvolto più di 50 vittime minorenni solo in Italia, che si sono rivolte alla Polizia di Stato chiedendo aiuto.

Estensione del caso e nuove vittime coinvolte

Le profonde indagini condotte hanno rivelato un allarmante scenario in cui le vittime coinvolte superano di gran lunga le due minorenni inizialmente identificate. Oltre 50 ragazze sono state individuate come vittime di questo adescamento online, sottolineando l’entità e la gravità dell’attività criminale dell’indagato. Si sospetta che l’uomo abbia orchestrato il suo piano nefasto attraverso una rete intricata di account falsi su Instagram, utilizzati per adescare giovani vulnerabili. Questo modus operandi sofisticato e manipolatorio ha permesso all’indagato di perpetrare i suoi reati in modo sistematico e diffuso, coinvolgendo un numero significativo di vittime, il che ha reso ancora più urgente l’intervento delle autorità competenti per porre fine a questa pericolosa attività criminale.

Appello alle possibili vittime

Le forze dell’ordine hanno diffuso gli account Instagram falsi utilizzati dall’indagato per adescare le vittime, invitando eventuali altre vittime a contattare il commissariato di Rho Pero per segnalare minacce simili ricevute da profili sospetti. Questo invito è stato rivolto per aiutare le vittime a riconoscere e a denunciare eventuali minacce o attività illegali simili, fornendo loro un canale di comunicazione diretto con le autorità competenti.

Come riconoscere i segnali di pericolo dell’adescamento online

I segnali di pericolo dell’adescamento online possono essere distinti tra quelli a cui deve prestare attenzione il genitore e quelli a cui deve prestare attenzione il minore per non essere vittima di adescamento.

La tecnica di adescamento.

L’adescamento online può iniziare con un commento innocente o gentile su una foto pubblicata su un profilo sociale, creando una situazione che sembra innocua ma in realtà nasconde un’agenda malintenzionata.

Dopo aver ottenuto un riscontro positivo, l’adescatore inizia a raccogliere informazioni personali e a costruire una falsa identità, fingendo di condividere interessi comuni con il minore e creando un legame apparentemente innocente. Questo approccio consente all’adescatore di conquistare la fiducia del minore e di ottenere accesso a informazioni personali.

Una volta raggiunta la fiducia, l’adescatore inizia a controllare la situazione, spesso utilizzando la webcam per creare un senso di intimità e di esclusività. Questo passaggio può essere seguito da richieste di foto non necessariamente di natura sessuale, ma che possono essere utilizzate in futuro per ricattare la vittima.

In alcuni casi, il minore può essere portato a credere che l’adescatore sia un coetaneo o addirittura un amico, senza rendersi conto della vera identità e intenzioni dell’adulto. In altri casi, la differenza di età può essere nota fin dall’inizio, ma l’assenza di fisicità e la presenza di uno schermo possono facilitare la creazione di una falsa identità e la possibilità di fantasticare storie d’amore.

Segnali su cui i minori devo porre attenzione:

  1. Richiesta di informazioni personali: se la persona dall’altra parte del monitor chiede informazioni personali come l’indirizzo, il numero di telefono o dettagli intimi, potrebbe essere un segnale di pericolo.

  2. Rapporti veloci e intensi: se la relazione online si sviluppa rapidamente in una connessione intensa, con dichiarazioni d’amore o richieste di segreti personali, potrebbe essere un tentativo di adescamento.

  3. Offerte allettanti: se la persona offre regali o opportunità allettanti in cambio di attenzione o interazioni, potrebbe essere un modo per attirare il minore.

  4. Comunicazione segreta: se la comunicazione diventasse segreta o nascosta, con richieste di non parlare di certi argomenti con altri, potrebbe essere un segnale di manipolazione.

  5. Comportamenti sessualizzati: conversazioni o richieste a sfondo sessuale da parte della persona dall’altra parte del monitor sono un chiaro segnale di pericolo.

Segnali per i genitori:

  1. Paura di parlare: se il minore si sente a disagio o ha paura di parlare dei propri incontri online con quella persona, potrebbe essere un segnale di adescamento.

  2. Comunicazione segreta: prestare attenzione se il minore inizia a mantenere segreta la propria comunicazione online o a nascondere dispositivi e attività online.

  3. Nervosismo o aggressività: se il minore diventa nervoso o aggressivo quando non può usare dispositivi elettronici o interagire con quella persona online, potrebbe indicare un legame problematico.

  4. Auto-isolamento: se il minore si isola dagli amici e dalla famiglia per passare più tempo online con quella persona, potrebbe essere un segnale di manipolazione.

Come In Bocca al Lupo odv da anni contrastiamo questo fenomeno parlandone nelle scuole con i bambini e gli adolescenti: solo saper riconoscere questo fenomeno ti aiuta a non cadere nella rete di questi criminali.