TIKTOK MINACCIATO DALL’UE PER IL SISTEMA A PREMI

La Commissione europea ha minacciato di sospendere dal 25 aprile alcune funzioni dell’app TikTok Lite, lanciata in Francia e in Spagna per spingere gli utenti a trascorrere più tempo sulla piattaforma utilizzando un sistema a premi. Bruxelles è preoccupata per i “rischi di gravi danni alla salute mentale degli utenti”, compresi i minori, derivanti dal programma a premi che può indurre “dipendenza”.

L’iniziativa legale dell’UE

L’iniziativa legale dell’Ue è stata aperta ai sensi del Digital Services Act (Dsa). La Commissione europea teme che il “programma attività e premi” promosso da TikTok Lite – che consente agli utenti di guadagnare punti eseguendo determinate attività sul social di proprietà della cinese Bytedance come guardare video, mettere mi piace ai contenuti, seguire creatori, invitare amici a iscriversi – sia stato lanciato “senza una previa valutazione diligente dei rischi che comporta, in particolare quelli legati all’effetto di dipendenza dalle piattaforme, e senza adottare misure efficaci di attenuazione dei rischi”.

Rischi che, ha ammonito l’esecutivo Ue, sono “particolarmente preoccupanti per i bambini, data la sospetta assenza di efficaci meccanismi di verifica dell’età su TikTok”, una lacuna già oggetto di un primo procedimento formale contro il social cinese aperto a febbraio.

La sospensione del programma a premi

Bruxelles svolgerà ora la sua indagine approfondita in via prioritaria. Se dimostrasse le inadempienze della piattaforma, queste costituirebbero violazioni degli articoli 34 e 35 del Digital services act. Davanti ai possibili rischi, Bruxelles ha comunicato l’intenzione di sospendere il programma a premi di TikTok Lite nell’Ue, in attesa della valutazione della sua sicurezza.

La risposta di TikTok

Il 24 aprile TikTok ha annunciato la sospensione del suo programma a premi sulla app Lite in Francia e Spagna, proprio perché sollecitato dall’indagine avviata dall’Ue. L’indagine di Bruxelles continuerà, ha replicato il commissario Ue per il mercato interno, Thierry Breton, prendendo atto dell’annuncio della società cinese. “I nostri figli non sono cavie per i social media”, ha sottolineato.